La Betia alla Loggia e Odeo Cornaro

                       
TRAMA - Il villano benestante Nale, uomo ammogliato, convince la giovane Betia a fuggire con Zilio, che è di lei innnamorato, al fine di costringere con il fatto compiuto Menega, madre della ragazza, ad accettare il matrimonio. Nale, subdolamente, promette di aiutare i futuri coniugi ma il suo vero scopo è quello di diventare subito l'amante di Betia. Quando le nozze sono già celebrate, Zilio scopre le
intenzioni non disinteressate del suo amico e, venuto con lui a diverbio, lo colpisce con una coltellata. Nale, che è stato soltanto sfiorato dalla lama, cade e tutti lo credono morto, mentre è rimasto illeso. Riapparirà poco dopo, avvolto in un lenzulo, come il fantasma di sè stesso. Ma lo stratagemma gli procura la brutta sorpresa di apprendere che sua moglie, Tamia ha già deciso di convolare a nozze con l'amante  Meneghelo. Nel tentativo di conquistare un'amante, Nale rischia dunque di perdere anche la donna che credeva sua. Alla fine sarà Zilio che convincerà l'amico concludendo che esiste una sola soluzione: quella di godere entrambi delle femmine. Ma ad essi si accoderà Meneghelo, il quale ritiene di avere il diritto di entrare nel sodalizio amoroso. 
Tratto dal pieghevole della compagnia TeatroTergola
"La Loggia e Odeo Cornaro è un complesso architettonico fatto edificare da Alvise Cornaro a Padova nella prima metà del XVI secolo.
La Loggia nacque in conseguenza dell'interesse umanistico per il teatro antico. Vi vennero rappresentate le opere di Angelo Beolco detto il Ruzante, che di Alvise Cornaro era sovraintendente e uomo di fiducia.
Questo "forum cornaro" che riproduce fedelmente gli ordini classici venne progettata dall'architetto e pittore Giovanni Maria Falconetto nel 1524 e venne appositamente ideata per tenervi delle rappresentazioni teatrali. È infatti una sorta di quinta priva di profondità e aveva funzione di spazio scenico (palco e sfondo teatrale).
Tuttavia, l'apparato di forme classiche, anche se corretto, non dà vita a facciate articolate tridimensionalmente; infatti nicchie e paraste risultano poco staccate dalla superficie muraria e nella loggia non viene risolto il rapporto tra colonne doriche del pian terreno con le paraste ioniche del piano superiore.
La stanza ottagonale situata al centro dell'Odeo è costituita da pareti rettilinee alternate a nicchie: troviamo stanze molto simili nella parte della Domus Aurea neroniana che era stata scoperta solo all'inizio del secolo. Alcuni studiosi, come ad esempio Ludovico Zorzi nel suo Il teatro e la città (1977), hanno suggerito l'idea che la stanza dovesse servire a ospitare concerti di musica." Da Wikipedia
La compagnia teatrale Teatro Tergola





















  

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